Nel campo delle installazioni artistiche, merita una menzione particolare la videoarte. Nata negli anni 70, questa forma espressiva, evidenziando i colori e aiutandosi con i suoni, si serve delle immagini per “catturare” i sensi del pubblico.
La videoarte è da annoverare a buon diritto tra le nuove modalità di comunicazione perché dalla sua nascita si è aggiornata continuamente fino a sfruttare le ultime tecnologie come schermi LCD, sistemi HD e proiezioni tridimensionali e a raggruppare in un’esperienza unica pittura, scultura, performance sonora.
Uno dei videoartisti più rappresentativi è sicuramente l’italoamericano Bill Viola (New York, 1951) visto che da oltre 30 anni crea installazioni architettoniche che offrono visione delle immagini e ascolto dei suoni attraverso impianti tecnologici sempre all’avanguardia.
La peculiarità estetica dei lavori di Viola sta nel fatto che le immagini vengono “assorbite” contemporaneamente come statiche e in movimento e diventano così comunicazione visiva che rimanda da un lato alla pittura e dall’altro al cinema per fonderli in una solo mezzo espressivo.
Rielaborando col suo linguaggio figurativo anche alcuni capolavori della storia dell’arte, Bill Viola, mediante videoinstallazioni che si segnalano per semplicità e precisione, riflette su ciò che è umanità, sulla vita e sulla morte, tra realtà e sogno, tra emozioni del presente e suggestioni del passato. In questo senso, per riassumere i messaggi lanciati con l’attività di videoartista, egli stesso si è definito “scultore del tempo”. In effetti, nelle sue opere, il tempo viene letteralmente manipolato con dilatazioni, ripetizioni e rallentamenti, il tutto supportato da effetti cromatici e luminosi, tanto che possiamo comprendere come la videoarte, col suo speciale contributo, sia andata sempre più oltre il “normale” video making.
Altra grande fonte di ispirazione per Viola è stata l’acqua, intesa come elemento da cui nasce la vita, ma anche come causa di distruzione e quindi di morte.
Tra le migliori performances di Viola, ricordiamo: Reflecting Pool, 1977-79 (semplice video su un solo schermo, ma che forse rimane il capolavoro dell’artista); Going Forth By Day, 2002 (vera e propria sinfonia audiovisiva composta da cinque proiezioni simultanee, della durata di 35 minuti ciascuna); The Passions, 2003 (raccolta di opere elettroniche video-musicali > L’incrocio del 1996, Sei teste del 2000, Montagna silenziosa del 2001, Emersione e Quintet del 2002).