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Creatività, fantasia, invenzione: dove nascono le idee geniali

Una sostanziale differenza tra creatività, fantasia, invenzione ce la fornì Bruno Munari nel corso di un apprezzatissimo intervento all’Università di Venezia nel 1992. <La fantasia permette di pensare a qualcosa che prima non c’era senza nessun limite, anche di cose che non sono realizzabili. L’invenzione, invece, produce qualcosa che prima non c’era ma non si preoccupa che risponda a requisiti estetici bensì che sia perfettamente funzionante. Infine c’è la creatività che opera nella memoria e richiama sia la fantasia che l’immaginazione per produrre qualcosa di realizzabile e funzionante che prima non esisteva. L’immaginazione è data dall’unione di queste tre componenti, più dati abbiamo a disposizione più collegamenti si possono fare>.
Ma come scocca la scintilla della novità, della creatività e della genialità? Uno dei più importanti scienziati italiani, Edoardo Boncinelli, ha provato a riassumere il meccanismo in poche parole. <La novità, l’idea per eccellenza deriva da un’associazione anomala, da un’ardita connessione fra immagini mentali diverse. Anche le idee balorde nascono così, se si rivelano geniali è perché poi entrano in gioco la perseveranza, la coerenza e la logica>.
Nella sua opera “Dove nascono le grandi idee. Storia naturale dell’innovazione”, lo scrittore americano Steven Johnson racconta che le grandi innovazioni della storia hanno conosciuto percorsi lunghi, sofferti, tortuosi. Analizzando i taccuini privati dei migliori scienziati e le testimonianze degli artisti più celebri viene dimostrato in maniera lampante come ogni idea che abbia avuto un percorso travagliato, sia rimasta latente in mezzo alle incombenze della vita quotidiana e degli impegni per molti anni. Idee nate dal caos e contaminate con altre intuizioni, nuovi settori disciplinari: così, ad esempio, Gutenberg inventa il meccanismo alla base della stampa moderna riprendendolo da un macchinario per la produzione vinicola. Nel libro di Jonhson si parla, non a caso, di reti e di come nel Rinascimento, all’interno di caffè letterari ottocenteschi l’ambiente aperto, la possibilità di dialogare e la condivisione delle idee abbiano irrimediabilmente influito sull’elaborazione e sulla sperimentazione. Studi scientifici rivelano in che modo alcuni ambienti nei quali viviamo siano molto più fertili rispetto ad altri proprio perché permettono la contaminazione tra settori diversi, la serendipità, le reti liquide, la collaborazione e gli errori fecondi. Ed, allora, rievocando una celebre frase dello stesso Johnson è corretto affermare che “Chance Favors the connected mind”. Creatività, fantasia, invenzione miscelate e riviste tra più persone: da qui nascono le idee di successo.

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