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Nickolas Muray, il fotografo amato dalle celebrità

fotografia

Aveva venticinque dollari in tasca, un diploma da incisore e un bel sorriso quando, nell’agosto del 1913, l’ungherese Miklós Murai arrivò a Ellis Island, New York; lì cambiò il suo nome (e il suo destino) in Nickolas Muray.
Dotato di talento e particolari doti creative, dopo che le sue fotografie furono pubblicate sul “New York Tribune”, fu ingaggiato dalla rivista “Harper Bazaar” e poi da Vanity Fair – per la quale lavorò come inviato a Londra, Parigi e Berlino.
Uomo pieno di charme, capace di far innamorare le donne Nickolas Muray, divenne ben presto il più acclamato fotografo di moda degli anni Venti per occuparsi, in seguito, anche di design d’interni.
Ora arriva per la prima volta in Italia, a Palazzo Ducale di Genova, “Celebrity portraits”, mostra monografica che, attraverso 200 opere, ripercorre la carriera artistica dell’eclettico fotografo. Opere in bianco e nero e a colori, per le quali Muray fece ampio uso dell’effetto flou, ottenendo una riduzione delle imperfezioni e una morbidezza complessiva dell’immagine. Lo stile evocativo che ne risultò piacque a tal punto che si ritrovò ben presto a fotografare attori, ballerini, star del cinema, politici e scrittori, divenendo “Il fotografo delle celebrità”.
Nick Muray descrive così il suo modo di creare il ritratto: “Un fotografo deve vedere la sua immagine […]. Non ogni espressione, non ogni posa è un’immagine, bisogna aspettare quella giusta e riconoscerla quando arriva […]”. Per ottenere questo Muray sapeva creare un’intesa perfetta e naturale con i modelli nel suo studio, portando la discussione su quanto a loro interessava, per aspettare il momento giusto e fare lo scatto, usando un otturatore silenzioso in modo da ottenere l’immagine più spontanea possibile.
Dal 1920 al 1940 Muray scatterà oltre 10.000 ritratti. Tra le foto più famose ci sono quelle a Frida Kahlo, amata in modo appassionato e struggente; i ritratti a Marilyn Monroe, Charlie Chaplin, Joan Crawford; o l’incontro con il pittore Claude Monet che, vinta la ritrosia iniziale, lo condusse al famoso stagno delle ninfee, raffigurato spesso nei suoi quadri.
E ancora foto a Marlene Dietrich, Anna Duncan, Gloria Swanson. E Greta Garbo, la cui bellezza algida, perfettamente tramutata in un’icona morbida e sensuale dalla bravura di Nikolas Muray, apre la mostra di Genova.
 

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