Dalle ceneri di un conflitto devastante come fu la Seconda Guerra Mondiale, anno dopo anno, l’una dopo l’altra, come in un meraviglioso gioco di scatole cinesi, in cui una situazione genera la successiva, presero corpo innumerevoli iniziative, prima politiche e socio-umanitarie, poi anche scientifiche e culturali, a perpetuare nel tempo la rinascita dopo l’orrore e il buio. E noi vogliamo arrivare a parlare di un evento molto particolare, proprio risalendo la “catena virtuosa” da cui esso discende e partendo dall’anello iniziale.
Tra le emanazioni più importanti dell’ONU è da annoverare, di sicuro, l’agenzia che dal 1945 si occupa di educazione, scienza e cultura, vale a dire l’UNESCO. Quest’ultima, nel 1948, in collaborazione con personaggi autorevoli nel campo delle arti sceniche, diede vita all’Istituto Internazionale del Teatro, allo scopo non solo di stimolare creatività e pratica attorno al palcoscenico, ma anche di favorire pace e sviluppo grazie allo stesso. Durante il suo congresso del 1961 e su proposta del letterato finlandese Arvi Kivimaa, l’I.T.I. istituì la Giornata Mondiale del Teatro, che dal 27 Marzo dell’anno seguente venne festeggiata nei sempre più numerosi centri che l’Istituto ha dislocato nel mondo, dalla sua fondazione fino ai giorni nostri.
Tra pochissimo, dunque, ricorrerà il prestigioso avvenimento in oggetto e, come sempre, in tutte le espressioni in cui si concretizzerà, sarà ovunque introdotto dal “messaggio internazionale”, insieme di considerazioni su drammaturgia, recitazione e società affidate, volta per volta, alla penna di una celebrità nel panorama delle scene. Fu Jean Cocteau a scrivere le riflessioni per la prima Giornata Mondiale del Teatro, seguito nelle edizioni successive da, tra gli altri, Arthur Miller, Laurence Olivier, Richard Burton, Eugene Ionesco, John Malkovich e dai nostri Luchino Visconti, Umberto Orsini, Dario Fo. Quest’anno è toccato al regista polacco Krzysztof Warlikowski raccogliere, annotare e consegnare alla platea dell’intero globo, pensieri, suggestioni e insegnamenti che sono scaturiti dalla sua esperienza artistica.
Passando in rassegna le differenti manifestazioni dell’inestimabile offerta che, di solito, la Giornata Mondiale del Teatro propone nelle “piazze” in cui viene onorata, ci accorgiamo di quanto il programma diventi anche copioso e variegato: festival internazionali; kermesse nazionali; allestimenti straordinari; “porte aperte” e inaugurazioni di strutture; appuntamenti con entrata gratuita; seminari presieduti da addetti ai lavori; programmazioni eccezionali e palinsesti dedicati in radio e tv; produzioni speciali di manifesti, stampe e francobolli; feste, sfilate e occasioni di beneficenza; il tutto nel periodo con epicentro il 27 Marzo.
Prepariamoci, dunque, a vivere anche nel 2015 l’imminente ricorrenza, nell’ambito della quale il teatro, attraverso i suoi esponenti, vuole ribadire gli scopi che lo contraddistinguono, tanto da conferirgli unicità: costruire ed elargire prospettive diverse per guardare l’esistenza; riunire le coscienze nella convinzione di fornire un prezioso, quanto peculiare contributo nel dialogo per la pace.
Sarà grande festa, ma sventolando la sua duplice missione, il teatro stesso non dimenticherà come riesce a cogliere i suoi obiettivi, il motivo per cui è nato, la sua grande vocazione: comunicare. E lo griderà al mondo.