Fin dagli albori la pubblicità ha avuto un rapporto speciale con l’illustrazione. Anzi, diciamo che l’illustrazione ha rappresentato per diversi anni l’unica forma di pubblicità possibile. Pensiamo ad esempio ai manifesti futuristi che con le loro forme grafiche hanno fatto scuola nel mondo della comunicazione, oppure alle pubblicità realizzate da famosi pittori (un caso per tutti, quello di Salvador Dalì con Chupa Chups).
Illustrazione e creatività: il Memphis
Le innovazioni tecnologiche – prima con la macchina fotografica, poi con la telecamera e ora con il digitale – hanno modificato profondamente il modo di comunicare e fare pubblicità. A lungo l’illustrazione è parsa un’arte fuori moda. Ma, come spesso accade, le tendenze del passato ritornano. Ed è quello che sta accadendo in questi ultimi anni nel mondo della pubblicità: un ritorno all’illustrazione, quale forma di comunicazione semplice, immediata, fatta di creatività pura. L’illustrazione sta tornando infatti sui cartelloni pubblicitari delle grandi città, negli spot, nella moda e nel design d’arredo. Ma anche sul web, sui Social Media, nei Blog.
Una corrente in particolare sta facendo parlare molto di sé, tra gli art director, i grapich designer e gli illustratori: il ritorno del Memphis, orgoglio tutto italiano. Il collettivo di design e architettura Memphis venne fondato infatti a Milano tra il 1981 e il 1987 da Ettore Sottsass (il designer che disegnò la famosa macchina da scrivere “Valentina” della Olivetti), con lo scopo di creare un’arte provocatoria, radicale, che fosse in grado di surclassare l’arte degli anni ’70, considerata troppo uniforme, statica e senza personalità. Una curiosità: il nome “Memphis” venne scelto per la celebre canzone di Bob Dylan “Stuck Inside of Mobile with the Memphis blues again” colonna sonora delle serate di Sottsass e compagni.
Lo stile Memphis
A livello stilistico il Memphis è una fusione di elementi ed è proprio questo match che lo rende unico: Art Decò, Pop Art, Kitsch si uniscono per dare vita a una forma d’arte colorata, spregiudicata, quasi onirica. Vettori, illustrazioni, pattern geometrici, linee, “scarabocchi”, colori saturi e brillanti, immagini gioiose e accattivanti: questi gli ingredienti di un mood grafico tornato oggi alla ribalta nel mondo della comunicazione e della pubblicità (in questo articolo potete trovare molti esempi della cifra Memphis). Il Memphis sconvolge le logiche creative, crea una forma d’arte irrazionale, è l’esaltazione del non sense, del libero flusso di coscienza, della creatività portata al suo stadio più estremo. Ma dietro a questa – apparente – libertà creativa si nasconde un perfetto bilanciamento di elementi e colori e una puntuale ricerca di senso. Insomma, un’illustrazione 3.0 che aggiunge al digitale il quid insostituibile che viene dalla capacità – tutta umana – di trovare inediti collegamenti tra le cose.
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