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"sulla carta, è un harem da sogno…": Manara a Salerno con "Mulieres"

Milo Manara

E’ tornato Salerno Comicon, ma con una virata perentoria verso l’essenzialità rispetto al recente passato. Abbandonati videogames e cosplay, che forse apparivano più come fenomeni collaterali, si è deciso di puntare esclusivamente al cuore del fumetto, vale a dire all’arte stessa che esso comunica come forma di espressione figurativa.
La manifestazione è partita il 3 Febbraio (come forse meglio non poteva) con “Mulieres”, una straordinario evento dedicato a Milo Manara, il grande maestro della cosiddetta “Nona Arte”, tra i più osannati in campo internazionale.
I settant’anni del noto disegnatore di casa nostra sono stati l’occasione propizia per allestire una retrospettiva di sue opere originali, incentrate (neanche a dirlo) sulla donna, nella degna cornice di Palazzo Fruscione.
Coll’intento di esaltare l’universo femminile rappresentato sapientemente dall’artista altoatesino, l’esposizione si articola in tre sezioni: fumetto, illustrazioni e (tema nel tema) erotismo. Protagoniste di strisce da collezione (“Il gioco”, “I Borgia”) o icone consacrate in diverse serie di tavole tematiche (“Modelle”, “Oroscopo”), le ragazze di Manara “danzano” sull’incerta linea di confine che separa la sessualità candida e l’innocenza ammiccante; si concedono visivamente senza diventare oggetto; diventano simbolo dell’elegante armonia che ha sempre ispirato il loro creatore.
La rassegna celebrativa di Salerno ribadisce come l’arte manariana sia nata e si sia rinnovata all’insegna della sfida ai linguaggi “istituzionali” e ai percorsi routinari. Del resto, l’autore omaggiato da Comicon, mentre muoveva i primi passi come aspirante pittore, aveva compiuto incursioni nella pubblicità, per poi abbracciare il fumetto negli anni della Contestazione, da una parte per rompere con gli schemi culturali classicamente dominanti, dall’altra per stabilire una comunicazione più diretta con il pubblico, senza dover rinunciare drasticamente alla propria vocazione artistica, anzi indirizzandola verso quella funzione sociale cui egli stesso si sentiva votato.
Scorrendo i disegni in mostra nel capoluogo campano, ci si accorge del felice paradosso che continua a vivere Manara con la sua opera: avvicinarsi alla gente attraverso immagini che riproducono figure da sogno, donne accattivanti, ma nel loro splendore irreale.
Giocare con l’onirico aveva affascinato anche Fellini e, guarda caso, l’appuntamento salernitano non manca di testimoniare il sodalizio artistico scaturito dall’amicizia che il fumettista di cui scriviamo strinse col regista riminese durante gli anni Ottanta.
Sono davvero tanti i motivi per scoprire definitivamente Milo Manara e la sua produzione, la classe di un prodigioso talento che non smette di stupire.

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