“MURo è un sogno ad occhi aperti, e come questi un po’ ingenuo se mai, sognato da un artista”. Questo leggiamo nel “ManiphestoVecchiato” il blog dell’artista David “Diavù” Vecchiato fondatore, nel 2010, del progetto M.U.Ro (Museo Urban di Roma) ossia il primo museo dell’urban art (e del pop surrealism) della città di Roma. Si tratta di un museo a cielo aperto, dove l’arte contemporanea, nel suo sperimentarsi attraverso la “Street art”, entra quotidianamente in rapporto con l’occhio e lo stupore dei cittadini, in perfetta integrazione con la storia e la conformazione dei luoghi.
M.U.Ro vede la luce nel 2010 grazie ai primi murales realizzati da Diavù nell’area storica del quartiere Quadraro (all’incrocio tra il V e il VII Municipio del Comune di Roma), che si distinse per la sua resistenza al nazifascismo dopo il rastrellamento del 17 aprile del 1944, a seguito del quale quasi mille cittadini sarebbero stati deportati in Germania. Proprio lungo il muro dove furono allineati è sorto il primo nucleo di dipinti del museo.
In attesa di offrire una piattaforma stabile ai propri visitatori il M.U.Ro è per ora un museo all’aperto il cui percorso di murales, realizzati da artisti di tutto il mondo, si può comodamente iniziare dalla fermata della metro A “Porta Furba Quadraro”, si snoda attraverso tutto il quartiere Quadraro e ha attualmente opere visitabili anche nel quartiere adiacente di Ville Alessandrine. Uno degli obiettivi è concentrare gli interventi degli artisti in un vero e proprio festival annuale, e proseguire così il percorso delle opere verso Torpignattara, arrivando a Centocelle e al Pigneto.
Il quartiere Quadraro, dove tutto è nato, non ha perso con i decenni il suo piglio battagliero, esponendosi da sempre in prima linea contro speculatori edilizi (e altre prepotenze da poteri forti). È insomma un quartiere dalla storia travagliata e molto affascinante, che conserva gli ultimi testimoni di una romanità antica e genuina. Questo non deve essere passato inosservata a Ron English, noto e apprezzato Street Artist l’uomo che ha accettato con piacere l’invito di Diavù nel 2013 per lasciare la sua testimonianza nel M.U.Ro.
“Il mondo è pieno di simboli da reinterpretare” dice Ron English che, con la sua street art, gioca proprio con gli emblemi della cultura consumistica che avvilisce gli uomini e degrada il pianeta. Come lo stesso Ron English afferma parlando della sua opera sulle pareti del Quadraro (realizzata in 3D) “Il mio personaggio, The Temper Tot (una sorta di baby Hulk) ha il volto di un bimbo di due anni e il corpo di Mister Universo. Il contrasto […] è un richiamo, un monito ai Paesi potenti con governi inadeguati […]”.
La street art come nuova portatrice di un messaggio di impegno civile contro le ingiustizie, dunque. Nella speranza che si avveri il sogno di Diavù che vorrebbe ampliare M.U.Ro, per farlo diventare uno straordinario luogo d’incontro, eventi e mostre per la città di Roma.