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Pirelli: le ruote corrono sulla scia della street art all'HangarBicocca

street art Pirelli

Come altre imprese “illuminate” (soprattutto italiane) che s’identificano con il loro marchio glorioso, Pirelli ha sempre puntato a una comunicazione aziendale che seminasse cultura, promuovendo campagne pubblicitarie in cui un gotha popolato da pittori, illustratori, cartellonisti e grafici potesse, nello stesso tempo, esprimere la sua creatività e contribuire a diffondere l’immagine del brand.
Durante il ‘900, gli pneumatici sono entrati nei manifesti della Casa industriale milanese, assumendo forme e connotati di oggetti e addirittura animali: una catena per Ezio Bonini; un leone e un elefante secondo Armando Testa; un sombrero con Alessandro Mendini; un occhio, un ombrello e un cappello nella visione di Riccardo Manzi. Lo stile di reinterpretare le gomme sotto mentite spoglie è stato quindi degnamente raccolto in questo secolo da Stefan Glerum, il quale le “camuffò” da strumenti musicali e da occhiali per scrutare il futuro.
Al di là del contributo chiesto nel corso della sua storia per il marketing, Pirelli ha investito direttamente sull’arte, desiderandola finalmente protagonista, con la creazione nel 2004 dello spazio HangarBicocca, un progetto nato dalla riconversione di uno stabilimento, in origine appartenuto alla ditta Ansaldo-Breda, per l’esposizione di opere contemporanee.
A volte, HangarBicocca diventa approdo per coniugare momenti istituzionali dell’azienda meneghina ad eventi artistici, occasioni uniche che sposano, in qualche misura, la filosofia della promozione vicendevole tra impresa e cultura. Seguendo questo felice copione, Pirelli da qualche anno utilizza la superficie destinata alle mostre per la presentazione del suo Report, affiancandola a iniziative come sono state le rassegne dedicate ai cartoonist o alla fusione tra scrittura e grafica.
E anche nel 2015, proprio in questi ultimi giorni, l’appuntamento riservato al bilancio ha rappresentato il pretesto per un allestimento particolare: tre tronchi di piramide, ciascuno dipinto da uno street artist diverso e di differente nazionalità per celebrare gli pneumatici prodotti da Pirelli.
Nello specifico, gli “streeters” convocati per realizzare l’nstallazione sono: Marina Zumi (brasiliana di San Paolo, che riversa la formazione da stilista nelle sue opere); Alexey Dome (russo di Mosca, proveniente dal mondo dei graffitti e vicino alle geometrie dell’Avanguardia sovietica); Christian Kraemer, detto Dome (tedesco di Karlsrhue, che segue nel suo percorso figurativo la via surrealistica).
Ma per quale ragione Pirelli ha voluto la Street Art? Di certo, perché le gomme “frequentano” ambienti e atmosfere che questa forma espressiva evoca; e come gli pneumatici si adattano ai tracciati, così gli street artist trovano una poetica sempre nuova nei vari contesti urbani che vanno a riqualificare: insomma, all’HangarBicocca si è stabilito un connubio perfetto.

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