Si chiama Luxottica e come altre aziende della moda – ad esempio Coccinelle, di cui abbiamo parlato qualche tempo fa nel nostro blog – ha deciso di presentarsi al proprio pubblico con buone pratiche di responsabilità sociale e impegno etico.
Questa tendenza dipende dal fatto che i consumatori, soprattutto giovani delle ultime generazioni, prestano sempre più attenzione al comportamento delle aziende, prima di acquistarne i prodotti, sia riguardo alla sostenibilità ambientale che al rispetto di valori etici.
La responsabilità sociale è dunque divenuta non solo un valore aggiunto ma anche un aspetto strategico per il business aziendale poiché in grado di rafforzare il nome del brand. Diviene perciò importante che la performance del marchio in ambito sociale sia allineata con la percezione che ne hanno i consumatori, e che le aziende stabiliscano stretti legami anche con il territorio che le ospita fino a farsi attente portavoce delle questioni ambientali. Questo perché l’equilibrio tra l’ambiente da un lato e lo sviluppo di nuove tecnologie sostenibili dall’altro è cruciale e reso possibile anche dalle azioni di chi, l’ambiente, lo abita.
Luxottica, gruppo italiano di punta nel settore della produzione di occhiali, ha pertanto promosso linee guida e una politica di tutela ambientale tese a garantire un comportamento etico e responsabile. Non solo, l’impegno del brand si è mosso anche nell’attivazione di politiche aziendali sostenibili riguardo alla sicurezza e alla qualità.
Per il packaging degli occhiali, ad esempio, l’azienda promuove la scelta di materiali più facili da riciclare e riutilizzare, e di basso impatto sull’ambiente. In questo ambito Luxottica si caratterizza inoltre per il ricorso estensivo al riciclaggio con circa 2 milioni di paia di occhiali all’anno recuperati in uno degli 8 centri di riciclaggio costruiti. Soluzione, questa, che porta a generare un quantitativo minimo di rifiuti e di sostanze inquinanti, sintomo di produzione efficiente e di una forma di consumo sostenibile.
L’analisi e la risoluzione dei rischi ambientali dunque fanno parte integrante del processo aziendale e pertanto sono sottoposti a costante monitoraggio e a una certificazione rispetto agli standard internazionali.
Una filosofia questa che sta entrando sempre più nel mercato e nella sensibilità dei consumatori. Tanto che, ad esempio, è nata una app Good on You – proprio nel settore della moda – che informa su quanto è green un brand.
Perché la missione etica nella quale può investire un marchio non è solo dimostrazione di responsabilità nei confronti del consumatore, ma raggiunge un fondamentale obiettivo di marketing, quello di realizzare prodotti che tutti siano soddisfatti e orgogliosi di avere.
Fonti: