Forse la notizia della sua scomparsa non causerà eccessivi fremiti emotivi o lacrime, se non tra gli utenti che vi erano più affezionati, ma è giusto ricordare che l’EdgeRank non esiste più. Il noto algoritmo di Facebook, in uso dal 2010 per stabilire la cosiddetta reach, cioè la portata e la visibilità dei post all’interno del news feed, è stato sostituito. Nuovi aggiornamenti apportati all’algoritmo hanno contribuito alla creazione del News Feed Algorithm, il quale darà una visibilità maggiore ad articoli di qualità e, di conseguenza, ai link contenenti post di valore per i target degli utenti.
Come l’EdgeRank sosteneva, la visibilità e la portata di un post dipendevano sostanzialmente da 3 elementi. Il primo era un punteggio di affinità, legato a quanto l’utente aveva interagito nel tempo con la pagina o il profilo in questione. Esso poteva essere tanto più influente quanto maggiore era il numero di profili in comune e la vicinanza con chi aveva pubblicato il post. Il peso rappresentava invece il valore e la qualità differente da attribuire alle possibili interazioni con il post pubblicato (like, share e commenti). Terzo e ultimo requisito era il tempo di decadimento ossia il destino, per un post, di divenire irrilevante e obsoleto all’aumentare del suo intervallo di presenza sul web.
Con il News Feed Algorithm occorre dimenticare tutto questo? Non proprio. Solo, il nuovo algoritmo che regola gli aggiornamenti di stato e la loro visibilità all’interno del feed (il flusso che fornisce agli utenti una serie di contenuti aggiornati di frequente) è divenuto più complesso poiché prende in considerazione centinaia di fattori diversi. Come hanno infatti spiegato gli stessi sviluppatori: “L‘obiettivo del News Feed è mostrarti dei contenuti interessanti, […] il giusto mix di aggiornamenti pubblicati dai tuoi amici, dai personaggi famosi, dai publisher e dalle aziende e le attività locali con cui sei connesso […]. Naturalmente questo equilibrio è differente per ogni utente e […] abbiamo deciso di aggiornare l’algoritmo, in modo da trovare un nuovo equilibrio”.
Tra i molteplici fattori costantemente aggiornati grazie ai feedback degli utenti e utili a determinare cosa scorrerà nel News Feeds di un profilo, compaiono ancora peso, affinità e tempo di decadimento ma, ora, anche la “story bumping”, ossia il rilancio, nel news feed, di un post datato qualora riceva nuove interazioni; la “high quality articles”, per concedere maggior visibilità agli articoli qualitativamente migliori e; la tipologia di dispositivo usato e la velocità di connessione (“device type”). Tra i fattori meno importanti, ma pur sempre utili, il nuovo algoritmo considera anche i “feedback negativi” (segnalazioni per spam e i “mi piace” persi) e il “last actor” ossia il maggior peso attribuito agli aggiornamenti provenienti dagli ultimi 50 utenti con i quali si è interagito.
Alla luce di quanto si è detto esiste una formula miracolosa che garantisca ad una pagina o un profilo di essere coinvolgente e seguito? Non proprio, poiché gli ingredienti sono tanti e le dosi variabili: diciamo che occorre fornire argomenti interessanti, valutando la risposta che si riceve e testando orario, testi e tipologia di contenuto che hanno generato la maggiore attenzione. Buon lavoro, dunque!