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Hashtag o non hashtag? E’ una questione di Social!

hashtag

Quante volte vi siete imbattuti in foto o video accompagnati da file interminabili di hashtag? Le “parole – cancelletto” sono un trend che sembra non conoscere battute d’arresto e anche una strategia di marketing che, se utilizzata nella maniera corretta, riesce a dare i suoi frutti.

Cos’è un hashtag?

Prima di entrare nel vivo della questione, forse occorre fare un passo indietro. Alzi la mano chi sa definire che cosa sia esattamente un hashtag… Nel caso non lo sappiate non siete rimandati a settembre, ci siamo qui noi a spiegarvelo. Il “cancelletto” serve per reindirizzare gli utenti ad una pagina che visualizza tutti i messaggi, foto, video che contengono quel medesimo hashtag, una parola chiave che identifica l’argomento di cui si parla in un determinato contenuto.

Gli hashtag: non solo Twitter.

La popolarità degli hashtag è legata alla nascita di Twitter (2007), che li ha usati fin da subito come modo per contrassegnare i tweet e indicizzare i contenuti in modo semplice. A poco a poco gli hashtag hanno trovato spazio sugli altri social media, fino a diventare un fenomeno trasversale, richiamato anche su mezzi di comunicazione mainstream, come i giornali e la televisione.
Rimanendo però alla loro funzionalità specifica sulle piattaforme online, gli hashtag non sono davvero efficaci in tutti i contesti: il loro uso è una questione di social! Ogni piattaforma vive infatti di regole proprie, per chiarivi un po’ le idee vi suggeriamo di leggere i seguenti consigli:

  • #Sempre: come abbiamo già spiegato l’hashtag nasce con Twitter ed è questo il social che si presta a essere “invaso” dai cancelletti. La stessa cosa vale per Instagram, il social “fotografico” per eccellenza. Numerosi studi hanno dimostrato che, in entrambe le piattaforme, gli hashtag sono in grado di raddoppiare l’engagement. Nonostante le alte prestazioni che raggiungono, un uso saggio è sempre consigliabile: Instagram ad esempio ha ideato una black list che raccoglie tutti gli hashtag bannati e quindi inutilizzabili.
  • #MeglioNonAbusarne: per quanto riguarda Facebook è bene farne un uso moderato. Anche la Social Media Specialist Veronica Gentili – citando la ricerca di Buzzsumo del 2016 cui i post senza hashtag hanno un reach e un engagement migliore – suggerisce di utilizzarne uno o due per post e con precise intenzioni (ad esempio per contraddistinguere una rubrica).

Dunque, non rinunciateci, ma non utilizzate hashtag troppo banali, scontati e già sentiti mille volte. La “parola – cancelletto” deve essere unica (o perlomeno deve cercare di esserlo): potete verificarne la disponibilità con tools come Topsy, Social Mention, Tweet Rech. E soprattutto ricordate di non esagerare, troppi # provocano una perdita di interesse da parte degli utenti, rendono il post di difficile lettura e faticosamente rintracciabile.

  • #Utili: da oggi anche Linkedin supporta gli hashtag, quindi è ora possibile usarli e cercarli anche sul social più legato al mondo del lavoro e delle professioni. Attenzione: questa nuova implementazione è disponibile solo nella versione mobile, e dovremo aspettare ancora un po’ per usufruire degli hashtag anche sui dispositivi fissi. Nonostante ciò, già oggi, rappresentano un’utile possibilità per creare nuovi contatti professionali e ricercare gruppi di interesse, aziende, offerte di lavoro.

Hashtag, brand reputation e campagne social.

A prescindere dal social utilizzato un fattore è indubbio: gli hashtag – se usati sapientemente-
permettono di individuare con immediatezza tutte le informazioni su un determinato prodotto (o brand) e sono importanti indicatori per definire la brand reputation.
C’è inoltre un ambito particolare in cui l’hashtag gioca un ruolo fondamentale: le campagne sociali. Grazie al loro utilizzo, infatti, si può attivare il passaparola e fare buzz online, facendo conoscere, in poco tempo e a basso costo, il proprio progetto.
Una case history di successo nel mondo del marketing – in questo caso sociale – è stata ad esempio l’iniziativa di Telethon #NonMiArrendo. In occasione dell’annuale maratona televisiva – che ha l’obiettivo di raccogliere fondi per le malattie genetiche rare – l’hashtag ha raccolto oltre 6.000 foto, è diventato virale in poche ore e ha permesso di far conoscere l’iniziativa benefica al popolo dei social network.
Alla domanda hashtag o non hashtag, ora saprete cosa rispondere!

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