Se siete in cerca di lavoro non bisogna trascurare i social network, soprattutto quelli professionali. Il più utilizzato e frequentato anche da chi si occupa di selezione delle risorse umane, è senz’altro LinkedIn, il social media job per eccellenza. Bisogna ovviamente essere efficaci nella promozione della propria persona e tenere conto che, nella ridefinizione dei criteri di selezione, oggi contano molto aspetti come il network professionale, il profilo digitale e la reputazione sul web.
Innanzitutto occorre usare le parole giuste per descriversi. Nel 2013, a livello globale, gli utenti di LinkedIn si sono definiti “responsabili, strategici, creativi, efficaci, pazienti, esperti, organizzativi, motivati, innovativi e analitici”. Lo scorso anno, la parola più utilizzata dagli utenti italiani (e francesi) è stata “responsabile”, mentre “creativo” era la più ricorrente tra svedesi, tedeschi e olandesi. Ci sono parole abusate negli anni precedenti e ora quasi sparite dai profili degli utenti, come “sperimentale” e “specializzato”.
Nel presentarsi è bene essere personali ma non eccentrici e, in caso ci si consideri creativi, dimostrarlo. Parlando del profilo di LinkedIn come un “elevator pitch” (una forma di comunicazione con cui ci deve presentare, in maniera chiara e sintetica, per motivi professionali, a un’altra persona o organizzazione) il quotidiano “Guardian” descriveva una metafora: un profilo i cui contenuti non sono aggiornati con regolarità equivale a chi pretende di rimettersi in forma semplicemente iscrivendosi in palestra. Gli aggiornamenti danno maggior visibilità apparendo nel newsfeed degli altri utenti: è bene, dunque, aggiornare con regolarità competenze, lingue e mansioni professionali.
Chi ha familiarità con business e referral networking conosce bene il concetto VPC (visibilità, credibilità, redditività, tre criteri chiave per costruire un’efficiente strategia di marketing relazionale). Questo compare anche nel mondo dei social media job tramutato nella formula: Visibilità + Credibilità = Redditività. Ogni volta che si aggiorna il profilo ci si rende visibili. Più si è visibili più facilmente qualcuno entrerà in contatto con noi o si sarà ricordati per qualche motivo che potrà portare a incontri di lavoro, quindi redditività. La chiave sta nella partecipazione.
Altre buone abitudini per sfruttare al meglio LinkedIn? Innanzitutto usare raccomandazioni contenenti informazioni utili a completare il profilo e inserire foto adatte al contesto. È necessario anche personalizzare gli inviti, scrivendo qualche riga a chi si chiede il collegamento per spiegargli il motivo della nostra scelta e, infine, integrare LinkedIn con altri canali di comunicazione, ad esempio inserendo in calce alle mail il link del profilo. Tutto qua? Non proprio. Ci sono anche raccomandazioni su cosa non fare… LinkedIn non è Facebook; non bisogna essere troppo autopromozionali né postare contenuti con un tono troppo confidenziale. Chi cerca usa molto spesso le parole chiave: bisogna dunque sceglierle con criterio altrimenti sarete trovati con difficoltà (e, del resto, anche se si hanno pochi collegamenti accadrà o stesso). Da ultimo, ma non per importanza, avere una url personalizzata del profilo non stona mai. Pronti per l’avventura nel mondo di LinkedIn? Non resta dunque che augurare a tutti, buona caccia!