C’è una vignetta delle strisce di “Peanuts” divenuta ormai proverbiale per rappresentare il classico blocco dello scrittore. Snoopy, seduto al solito sul suo tettuccio rosso, ha davanti a sé la macchina da scrivere, un foglio è inserito nel rullo. Ma il “botolo grasso” e “inutile”, come Lucy lo definiva in un’altra striscia del fumetto, non riesce proprio ad andare oltre la frase iniziale: “Era una notte buia e tempestosa”. Un incipit che dice tutto dello scrittore dilettante: la vertigine del foglio bianco, l’aggrapparsi a frasi stereotipate, il tanto da dire che non trova sostegno in un progetto di scrittura efficace. E questo non vale solo per chi approccia la scrittura per la prima volta.
Lasciando da parte chi lo scrittore lo fa davvero, non scomodando cioè i grandi della letteratura, ci riferiamo, non solo ai dilettanti, ma anche agli “artigiani” della scrittura sul web. Copywriter, blogger, social media manager che grazie al web e al digitale hanno trovato nuovo terreno per esercitare il loro talento, come abbiamo già visto nel nostro articolo sul copywriter digitale.
Anzi, soprattutto a coloro che scrivono per professione capita di non trovare le parole, di scrivere un testo poco sciolto, di usare un lessico pesante o piatto.
Fortunatamente ci sono in Rete tante risorse per ogni circostanza dello scrivere, utili anche per chi semplicemente vuole pubblicare un post sulla pagina Facebook, ad esempio per trovare ispirazione e temi di cui occuparsi.
Per quel che riguarda la forma, naturalmente scrivere un articolo di blog o un post sui social media contempla registri, stili e ampiezza di contenuti molto diversi. Tuttavia ci sono alcuni elementi a prescindere, quelli inerenti il ritmo, la concisione e la semplicità del linguaggio, che hanno valore per ogni piattaforma online. E che sono strettamente legati alla lettura online. Inauguriamo così una serie di articoli sullo scrivere online, partendo proprio da lui, dal nostro lettore.
Primo: conoscere il lettore digitale.
Prima di tutto infatti occorre conoscere come si comporta il lettore sullo specifico mezzo per cui scriviamo. “Sul web così si legge, così si scrive (dati alla mano)” è l’illuminante titolo di un post di Luisa Carrada sul blog “Il mestiere di scrivere”, un sito web che è di per sé una risorsa utilissima per ogni apprendista scrittore. L’articolo in questione spiega a grandi linee il contenuto di una ricerca Nielsen: si conferma come la lettura sul web è molto diversa da quella sulla carta stampata. E questo naturalmente condiziona il modo in cui occorre scrivere i contenuti, affinché siano compresi e letti.
Come si legge sul web?
Luisa Carrada lo definisce un paradosso della scrittura per il web, quello dell’importanza della parola scritta online, in un contesto in cui di fatto si legge il meno possibile. O meglio si va alla caccia di contenuti puntuali, con un approccio almeno inizialmente superficiale. Potremmo dire, secondo la celebre definizione di Alessandro Baricco nel saggio “I barbari”, che si procede surfando, anche nella lettura. Non si approfondisce, ma si scorre velocemente, perché appunto ciò che importa è cogliere un percorso, dei collegamenti, trascorrere da un elemento puntuale significante a un altro.
Tornando alla ricerca Nielsen, sul web si legge dunque “a salti”, prima di tutto insomma il lettore cerca di capire se il contenuto che si trova davanti merita di essere letto, almeno in parte, se non per intero. L’occhio attraversa velocemente titoli, sottotitoli, parole in rilievo (in grassetto, colorate o più lunghe delle altre) per capire di cosa si scrive e soprattutto se il testo corrisponde a ciò che cerca.
Tant’è che, in assenza di questi elementi discriminanti, di fronte a un testo tutto uniforme e compatto, il lettore procede a “F”, legge per esteso solo le prime righe, poi sempre meno di quelle successive, fino ad abbandonare il testo.
Se il nostro lettore è un lettore “impegnato” sarà disposto a leggere tutto il nostro testo, ma non ad ogni prezzo… Quindi, in tutti i casi, una struttura efficace e rigorosa è un passaggio obbligato. Vedremo nei prossimi articoli come organizzarla.