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"Era una notte buia…" – II Puntata. Come si scrive sul web?

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Il lettore digitale è una specie particolare di fruitore di testi. Non legge tutto dall’inizio alla fine, non si sofferma a scandire le frasi. Procede “surfando” tra le righe per catturare quante più informazioni possibili nel minor tempo possibile. Scorrendo con lo sguardo coglie le parole chiave di un testo, cerca conferme alle sue intenzioni di ricerca, valuta se approfondire la lettura o se rivolgersi altrove con un semplice clic. Il “povero” copywriter digitale allora ha davvero poco tempo per catturare il suo lettore e deve mettere a frutto tutti gli espedienti che conosce per tenerlo avvinto e non permettergli di fuggire altrove.
Come fare allora per non perdere per strada il nostro potenziale lettore quando scriviamo articoli per un blog o un sito internet?
Architettura testuale coerente e serrata.
Dire che i testi sul web devono essere brevi in realtà non va inteso in senso letterale. Anzi per i motori di ricerca, ad esempio, sono utili testi oltre una certa lunghezza. Certo è che il web non si presta alla pubblicazione di sterminati papiri, e che anche scritti di lunghezza medio-lunga devono poggiare su una nervatura solida per funzionare ed essere appetibili.
Grande importanza ha l’incipit: deve essere particolarmente ficcante nell’esporre subito e in modo accattivante l’argomento di cui si intende parlare. Per questo è utile giocare sull’incipit per sorprendere, divertire o affermare un’argomentazione forte.
Da qui in poi nel suo svolgimento il testo deve snodarsi lungo un filo rigoroso, da tendere e rilasciare per accompagnare il lettore fino in fondo, senza cali di tensione, con la corretta alternanza tra punti fermi e argomentazioni, snodi topici e conclusioni.
Come l’inizio anche la fine è una fase importante: il filo dell’argomentazione si riavvolge e giunge a conclusione. È qui che si può efficacemente condurre il lettore a un’azione concreta (che sia lasciare un commento, condividere la risorsa letta, continuare la navigazione su un sito ecc.).
Scrittura WEB precisa e concisa… In una parola ritmo!
In una simile architettura la successione delle argomentazioni si rispecchia nel susseguirsi dei paragrafi, corredati di titoli e sottotitoli per scandire il senso e il ritmo. Devono essere brevi e puntuali con frasi semplici, essenziali, ma non banali. Meglio evitare di inanellare subordinate e giri di frase troppo articolati. L’obiettivo è concentrare il senso, dire in modo chiaro ed espressivo insieme, tenendo a mente che il nostro lettore è frettoloso e impaziente.
Per evitare un effetto collaterale di eccessiva frammentarietà è bene prevedere nel testo elementi di collegamento fra le parti. Si possono richiamare le argomentazioni topiche e utilizzare ancore sintattiche con l’uso sapiente di avverbi e congiunzioni.
Titoli, sottotitoli e percorsi visivi.
Il titolo e il sottotitolo del testo e dei vari paragrafi sono fondamentali: devono essere chiari, incisivi, e mirati all’obiettivo comunicativo, e scritti secondo le tecniche retoriche adeguate.
Sono utili anche altri espedienti, grafici e non solo, come grassetti, liste puntate, box, icone, e – per testi particolarmente lunghi – anche le immagini: servono per spezzare l’uniformità della parola scritta, mettono in rilievo parti importanti del testo e aiutano il lettore a organizzare visivamente il suo percorso di fruizione.
La tessitura lessicale.
Il lettore digitale procede saltellando con lo sguardo di qua e di là, forniamogli ancoraggi sicuri. Si tratta di sfruttare gli spazi del testo dove si concentra la usa attenzione e qui disseminare le parole chiave che riassumono il nostro contenuto.
Quali sono questi luoghi nel testo?
Sono i titoli, i sottotitoli e tutte le parti iniziali, quelle più vicine a inizio frase e paragrafo. Anche le parti del testo che l’occhio percepisce come in rilievo devono coincidere con unità di senso pertinenti: vale per i grassetti, il testo che contiene link, l’uso delle maiuscole.
Infine un’avvertenza: questi caratteri generali della scrittura sul web vanno declinati con buon senso e soprattutto in armonia con il registro adeguato, che naturalmente varia al variare dell’intento comunicativo e dell’interlocutore di riferimento. Insomma, un conto è persuadere, un altro informare. E anche nel persuadere ci sono varietà innumerevoli di intenzioni diverse. A ognuna il suo stile!

Approfondimenti:
www.pennamontata.com
www.mestierediscrivere.com

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