Google per il non Profit: cos’è, come funziona, come iscriversi

Spesso l’aspetto del fundraising per le associazioni non profit rappresenta un ostacolo dal punto di vista organizzativo, dello staff, delle competenze e del budget a disposizione. Così come risulta difficile creare e consolidare la propria presenza online. Anche se poco note, sono diverse le realtà che mettono a disposizione del terzo settore strumenti e risorse. Un esempio è Google per il non profit. Vediamo insieme che cos’è e come funziona.

Come entrare a far parte di Google per il non profit

Con “Google per il non profit” si intendono una serie di strumenti che big G mette a disposizione, gratuitamente, per le onlus. Prima di tutto occorre richiedere l’iscrizione e ottenere la verifica.

Google è molto chiaro: bisogna essere un’organizzazione di beneficienza non profit, con una buona reputazione che rispetti completamente i requisiti di idoneità previsti dal Paese in cui ha sede. Non sono ammessi: enti o organismi governativi, ospedali o organizzazioni sanitarie, scuole, istituti accademici o università.

Se si dispone di questi requisiti, il passo successivo è registrarsi a TechSoup, organizzazione che gestisce la procedura di verifica per Google. Una volta ottenuta la verifica, verrà rilasciato un token di convalida, necessario per accedere a tutti i servizi.

Procedimenti un po’ macchinosi che richiedono tempo, ma ne vale assolutamente la pena.

Gli strumenti di Google per il non profit

Facciamo un passo avanti. Vediamo quali sono gli strumenti a cui si ha accesso una volta iscritti al programma:

  • G Suite. Come recita il sito sono “soluzioni semplici per gestire in modo efficace le organizzazioni non profit”. Sono un insieme di app integrate che hanno lo scopo di migliorare l’organizzazione interna, la collaborazione, la produzione di documenti. Ad esempio: Gmail, Drive, Hangouts, Calendar.
  • Google Ad Grants. Il funzionamento è il medesimo di Google Ads: una volta individuate le keyword (parole chiave) si possono creare annunci testuali con l’obiettivo di intercettare le ricerche online degli utenti. Entrate nel programma, le onlus ricevono $1.000 al mese (circa €8.990) per creare campagne pubblicitarie. I vantaggi? Aumentare le visite al sito, sensibilizzare il pubblico, raggiungere persone che hanno bisogno di auto, trovare nuovi donatori e sostenitori.
  • YouTube non profit. Attraverso i video pubblicati sulla famosa piattaforma si possono intercettare nuovi sostenitori.
  • Google Earth e Google Maps. Gli strumenti cartografici di Google Earth offrono una serie di funzioni dinamiche, come ad esempio la possibilità di far fare agli utenti un tour virtuale; con Google Maps, invece, si possono creare mappe dettagliate e coinvolgenti.

Caso di successo Charity: Water

I casi di successo raccolti in questi anni sono diversi. Per far capire la potenza del mezzo citiamo il caso di Charity: Water, un’organizzazione non profit con lo scopo di portare acqua potabile nei paesi in via di sviluppo. Aderendo al programma Google per il non profit, la onlus ha dato una forte spinta alla propria presenza online, trovando nuovi donatori e sostenitori. I risultati? In un solo anno, Google per il non profit ha aiutato a incrementare del 350% le visite verso il sito, si è creata una community di sostenitori appassionati attraverso i video su YouTube e, con Google Ad Grants, si è lanciata una campagna fondi che ha raccolto oltre $1,8 milioni, riuscendo così a raggiungere l’obbiettivo: portare acqua potabile a più di 60.000 persone. Risultati sorprendenti che hanno prodotto un impatto concreto e di grandissima utilità. Un caso esplicativo, che ben fa comprendere le potenzialità di questi strumenti.

Se sei una onlus non puoi farti scappare Google per il non profit.

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