Il contesto lavorativo è in una fase di trasformazione: termini come smart working ed eco working sono sempre più diffusi. Ciò che accomuna queste “filosofie lavorative” è una maggiore flessibilità, il quasi annullamento degli schemi gerarchici, la valorizzazione delle competenze e il lavoro di squadra.
Esiste un ambito in particolare in cui si stanno muovendo i primi passi verso una ristrutturazione dei processi produttivi: il Movimento Agile nel mondo dei Software. In ingegneria informatica con questa espressione si intendono una serie di metodologie emerse nei primi anni 2000 con lo scopo di proporre – e realizzare – un approccio lavorativo più flessibile ed efficace, attraverso una serie di azioni descritte nel Manifesto del movimento.
“Rispondere al cambiamento più che seguire un piano”
L’essenza del movimento è riassumibile attraverso queste parole tratte dal Manifesto: “[…] Siamo arrivati a considerare importanti: gli individui e le interazioni più che i processi e gli strumenti, il software funzionante più che la documentazione esaustiva, la collaborazione con il cliente più che la negoziazione dei contratti, rispondere al cambiamento più che seguire un piano“. Il movimento Agile, quindi, mette al centro l’uomo con le sue professionalità e competenze, gli scambi, il dialogo, la funzionalità e la qualità dei software. Tutto il movimento ruota attorno a 12 principi fondanti che tutti i firmatari si impegnano a rispettare: soddisfare il cliente, accogliere il cambiamento come possibilità di crescita, consegnare software funzionali, creare squadre di persone motivate, attivare un dialogo faccia a faccia, promuovere uno sviluppo sostenibile, ricercare la semplicità e adottare un comportamento autoriflessivo.
Lavoro d’ingegno a misura d’uomo
Secondo il movimento Agile l’uso di questi principi porterebbe a un processo produttivo più “umano”, abbattendo tempi e costi, incrementando efficienza e soddisfazione personale. Sarebbe quest’ultimo fattore ad avere un ruolo determinante nella partita: un uomo gratificato è un lavoratore più produttivo. Altro elemento chiave di questa filosofia è la collaborazione e la fiducia che il lavoratore ripone nella sua squadra: nel movimento Agile gli individui devono sviluppare liberamente, senza imposizioni, ed è proprio da questo insieme di singoli che nasce un team creativo, uno staff in grado di rispettare le idee altrui, un gruppo coeso e competente. Altro aspetto importante è il ruolo del cliente: non è più solo il destinatario finale, ma viene immesso direttamente nel processo di sviluppo e nel brainstorming, partecipando così attivamente alla costruzione del prodotto.
L’umanesimo del software
Utilizzando un termine letterario ci piace definire il Movimento Agile come l’umanesimo del software perché l’uomo viene messo al centro di tutto il processo di elaborazione e di creazione. È il singolo che – liberato da gerarchie e da imposizioni – riesce a esprimersi al meglio. Attenzione, non bisogna confondere questa flessibilità con un’anarchia lavorativa: al contrario, per lavorare in un contesto come quello descritto dal Movimento Agile occorre una grande capacità organizzativa unita a un alto livello di competenze.