All’inizio si chiamava Play Station (con uno spazio in mezzo) e fu, in parte, un’idea di Nintendo. Era il 1991 e Sony stava lavorando con la (non ancora) rivale di Kyoto per produrre un’unità cd-room da inserire nella console di gioco di riferimento, il Super Nintendo Entertainment System. L’accordo saltò all’ultimo; la casa di super Mario voltò le spalle a Sony e si alleò con Philips per produrre il (fallimentare) CD-i. Sony decise di andare avanti per conto proprio e il 3 dicembre 1994 la prima scatoletta grigia della Playstation (senza spazio, per motivi di licenza) arrivò nei negozi giapponesi. In appena 30 giorni, furono vendute più di 300.000 unità. Un successo che prosegue tuttora, dopo il traguardo superato del ventesimo compleanno.
C’è chi pensava che Sony non sarebbe mai riuscita a surclassare Sega e Nintendo, già piene di notorietà ottenuta grazie a personaggi storici come Sonic e Super Mario, ma si sbagliava. Con il lancio in Europa e negli Stati Uniti agli inizi del 1995, Playstation diventò la console più venduta della generazione 32 bit. Ken Kutaragi, suo creatore, fu in grado di reinterpretare il concetto di videogioco, trasformandolo in un vero e proprio intrattenimento sia per gli adulti, che poterono sperimentare le travolgenti imprese di giochi come Residente Evil (il capolavoro dell’horror creato da Shinji Mikami), sia per i più piccini, immersi nelle appassionanti avventure del draghetto Spyro o Crash Bandicoot.
Al contrario di Sega e Nintendo, forti del contributo di un solido team che aveva ideato e prodotto giochi del calibro di Super Mario e Sonic, Sony dovette conquistare l’attenzione degli sviluppatori di video game per assicurarsi di ottenere accordi in esclusiva e far in modo che certi titoli e personaggi arrivassero sulla loro console. Fu così che Sony raggruppò un team di sviluppatori che crearono per lei colossi come Final Fantasy (arrivato oggi al quindicesimo capitolo della saga) e Tomb Raider (che fece diventare la sua protagonista, l’archeologa Lara Croft, una delle icone più prorompenti dell’immaginario collettivo videoludico).
Il successo di Playstation è da ricercare nelle migliori prestazioni, in particolare nei videogiochi tridimensionali, che l’hardware Sony garantiva rispetto ai suoi concorrenti Sega e Nintendo, anche grazie alla rivoluzionante intuizione del suo creatore che inserì un sub-processore interno per l’elaborazione grafica 3D.
Dato il grande successo ottenuto, la Sony decise di non interrompere la produzione della console: continuò a venderla come PSone, una versione ridisegnata e più piccola, alla quale poi venne affiancata la nuova console, la Playstation 2. La PSone è uscita di produzione nel novembre 2006 quando uscì la terza versione della console originale, la Playstation 3.
A oggi, Sony ha già realizzato la quarta versione del suo gioiellino. Accanto alla sempre maggiore potenza grafica e a nuove modalità di gioco, Sony sembra l’unica ad aver capito che servono nuove idee. E festeggia l’anniversario aprendo il dialogo con gli studi di sviluppo indipendenti, anche italiani, con l’intento di portare nuova linfa e fortuna ai gamers presenti e futuri.