In principio fu il Page Rank. Quando il sito web ha una reputazione.

Una reputazione da costruire e da difendere. Eh sì, non vale solo per molti aspetti della nostra vita professionale e privata: avere una buona reputazione è determinante anche per un sito web. Lo sanno bene i professionisti – fortunati o sfortunati per questo, è questione di punti di vista – che hanno a che fare con i capricci di Google, occupandosi di ottimizzare i siti web per i motori di ricerca secondo le tecniche SEO. Quando si tratta di decidere quali risultati mostrare all’utente a fronte di una ricerca, Google utilizza algoritmi complessi, in cui la reputazione di un sito web gioca un ruolo determinante.

Popolarità, reputazione, autorevolezza del sito web

In ambito SEO, abbiamo visto, esistono pratiche di ottimizzazione sulla pagina (SEO On page) e fuori dalla pagina (SEO Off Page), cioè nella rete di collegamenti tra un sito e l’altro. Il “buon nome” di un sito web condiziona le sue performance sui motori di ricerca ed è profondamente connesso alle pratiche off page. Per capire il meccanismo e comprendere la ragione per cui occorre coltivare popolarità, reputazione e autorevolezza del proprio sito web, è bene fare un piccolo passo indietro, facendo un velocissimo excursus nella storia del motore di ricerca più famoso, Google appunto.

Dal numero alla qualità dei link

Superata la fase “primordiale” della sua storia, quando bastava far leva sull’uso sapiente e massivo di keyword per posizionare un sito, Google ha cominciato a sviluppare algoritmi sempre più sofisiticati per stabilire quali, fra i sempre più innumerevoli siti sul web, meritassero di emergere a fronte di determinate ricerche degli utenti. In una prima fase, erano i collegamenti tra i siti a contare: tanto più un sito era oggetto di link, tanto più doveva essere popolare e dunque meritevole di essere mostrato. Ben presto il sistema mostrò le sue “falle”, non garantendo la bontà dei risultati, perché la popolarità poteva essere raggiunta per via meramente numerica, indipendentemente dalla qualità dei contenuti del sito. Fu così che Google introdusse numerose modifiche ai sui algoritimi per selezionare come vincenti nei risultati delle ricerche siti davvero utili per gli utenti. Come? Stabilendo che la popolarità si accompagnasse a una buona reputazione e a una spiccata autorevolezza, basate sulla qualità della rete di link connessa al sito in oggetto: fattori off page determinanti, insieme a numerosi altri fattori di ranking, on page e off page.

Il Page Rank e le altre metriche

Ma come possiamo farci un’idea di popolarità, reputazione e autorevolezza di un sito? Essitono delle metriche, degli indicatori numerici che permettono di monitorare l’importanza di un sito web.
Fino a qualche anno fa era Google stesso che forniva un indicatore, il Page Rank, ora non più aggiornato da Google: un “giudizio” da 0 a 10 che evidenziava quanto un sito era capace di competere per primeggiare nei risultati di ricerca.
Vi sono però numerose altre scale di giudizio che è possibile consultare per stimare l’autorevolezza di un sito, come quella di Alexa o di strumenti analitici come SeoZoom o Semrush. Fra queste metriche di sicura importanza sono quelle di MOZ, consultabile dalla risorsa Open Site Explorer. Restituisce per ogni sito il MozRank che misura la popolarità di un sito, ovvero quanti e quanto buoni sono i link al sito. Metriche importanti di Moz sono i valori PA (Page Autohoriy, l’autorevolezza della singola pagina che si sta controllando) e DA (Domain Authority, l’autorevolezza del sito intero), ovvero la capacità del sito o di una sua pagina di competere sulla SERP. Come si leggono queste metriche? Ad esempio un DA buono supera i 20, i 30 punti invece un PA positivo. Ma si tratta di metriche da valutare caso per caso, considerando anche altri fattori: un sito tutto nuovo può avere valori anche molto bassi. Si tratta di monitorare il dato e contestualizzarlo alla propria situazione specifica.

Buone pratiche SEO

Cosa fare allora? Una buona manutenzione lato SEO di un sito tiene sotto controllo queste metriche: ci sono tool anche gratuiti che permettono queste verifiche, come l’estensione per browser SEO Quake che permette di controllare questi e altri parametri importanti in chiave SEO. E soprattutto è consigliabile analizzare periodicamente il profilo dei link in ingresso, cercando di ottenerne di buoni, oltre a costruire con oculatezza i link in uscita. Insomma, c’è link e link, come vedremo nel prossimo articolo sulla SEO Off Page.

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